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In un ambiente oscurato e riempito di foschia, le proiezioni di Anthony McCall generano l'illusione delle tre dimensioni attraverso figure astratte che gradualmente si espandono, si contraggono e accarezzano lo spazio come pareti architettoniche effimere: membrane di solida luce provenienti dall'alto creano infatti spazi immateriali, visibili soltanto grazie ai movimenti della foschia. Le opere di Anthony McCall si muovono fra i linguaggi di scultura e cinema. Scultura perché le forme occupano uno spazio tridimensionale e come tali possono essere fruite solo aggirandole o attraversandole; cinema perché le forme e gli spazi sono costituiti da luce proiettata, che lentamente cambia la propria forma con lo scorrere del tempo. Il volume "Breath [the vertical works]" analizza le opere dell'artista inglese a partire dalle loro particolarità estetiche, seguendole all'interno del percorso creativo dell'autore. Il testo critico di Hal Foster, ricco di rimandi al pensiero filosofico e al contesto storico-artistico del Novecento, contribuisce a situare i lavori di Anthony McCall nel vasto panorama della ricerca artistica contemporanea. La mostra di Anthony McCall "Breath [the vertical works]", a cura di Serena Cattaneo Adorno, è in programma presso Hangar Bicocca dal 20 marzo al 21 giugno 2009.